Napoli si mobilita per Maradona: tifosi al San Paolo per commemorare El Pibe de Oro
Napoli, 26 nov. – È un triste risveglio per Napoli, l’Argentina e il mondo calcistico intero. Un infarto si è portato via l’unico e indiscusso re del calcio, Diego Armando Maradona, appena 60enne.
Temuto dagli avversari, rispettato dai colleghi ed amato inverosimilmente dai fan come un dio.
Diego, il ragazzino riccioluto che sognava i mondiali, ha realizzato molto più di quanto lui stesso potesse aspettarsi.
Ha condotto un’esistenza altalenante, fatta di successi, droga, pentimento e clamori mediatici, restando pur sempre El Pibe de Oro. Negli anni Ottanta ha suggellato il suo patto d’amore col popolo napoletano, regalandogli scudetto, dignità e riscatto.
In quei momenti dopo la vittoria una intera città scendeva in strada, affratellandosi intorno ad una maglia e ad un numero, il 10, quello di Maradona.
Indimenticabili restano i cori dedicati allo stadio, inneggiando alla Mano de Dios, così come i caroselli di auto in preda alla frenesia dei festeggiamenti dopo gli scudetti che Diego ha regalato al Napoli. Chi negli anni Ottanta era giovane o bambino, rammenta il fervore che Diego fu in grado di scatenare intorno a sé con un unico grido: ‘Maradona è meglio e’ Pelé’.
Poi la nebbia della cocaina, le accuse rivoltegli, fino alla paternità discussa del figlio che porta il suo nome.
Padre e nonno, in età matura Diego aveva riscoperto i valori della famiglia. In un’intervista aveva dichiarato: “Mi pento di non essermi goduto i figli, pur vivendo in casa con loro, a causa della droga che ti rende completamente assente” – aggiungendo – Immaginate cosa sarei potuto diventare se non avessi assunto droga; cosa avremmo potuto realizzare in campo?”.
Quasi incredulo di essere stato benedetto dall’alto con una scintilla che sa solo di divino; non replicabile, inspiegabile.
Celere, vispo, creativo. In campo Diego era il non plus ultra…semplicemente il migliore!
Conosciuto in tutto il globo; per lui a Napoli sono stati eretti veri e propri altarini. Venerato, pur essendo un uomo, Maradona è la stella nella Walk of fame del calcio.
Chi ha una foto scattata con lui, la considera un cimelio; chi non la possiede, avrebbe voluto averla.
Perfino il Papa lo ha ricordato! La salma del campione argentino sarà esposta in camera ardente nel palazzo presidenziale della Casa Rosada di Buenos Aires per tre giorni, da oggi fino a sabato. Intanto a Napoli il Sindaco Luigi de Magistris ha proclamato il lutto cittadino e annuncia: “Intitoliamo lo Stadio San Paolo a Diego Armando Maradona!!!”.
I napoletani si sono riuniti intorno allo stadio completamente acceso per omaggiare il campione dei campioni.
Davanti al San Paolo, in processione, hanno depositato foto, fiori, lumini, bandiere, soprannominando Diego, ultimo re di Napoli.
Lo ricordiamo così, il nostro campione, mentre cantava ‘La mano de Dios’, testo malinconico e veritiero.
“Nacque in una cittadina
fu un desiderio di Dio
crescere e sopravvivere
all’umile espressione
affrontare le difficoltà
con affanno di guadagnarsi
ad ogni passo la vita
in un campetto forgiò un immortale mancino
con sete di esperienza e ambizione di arrivare
da cebollita sogna di giocare un Mondiale
e di consacrarsi in prima squadra
talvolta giocando
poteva aiutare la sua famiglia…
Poco tempo e lui debuttò
“Maradò, maradò”
la 12 fu quella che intonò
“Maradò maradò”
il suo sogno aveva una stella
piena di gol e dribbling
e tutto il pubblico cantò
“Maradò, Maradò”
nacque la mano di Dio
“Maradò, Maradò”
seminó allegria nel popolo
annaffió di gloria questa terra.
Porta una croce sulle spalle
per essere il migliore
per non vendersi mai
al potere che affrontò
curiosa debolezza, se Gesù inciampò
perché lui non avrebbe dovuto farlo
la fama gli presentò una donna bianca (2)
di misterioso sapore e proibito piacere
che lo rese avvezzo
al desiderio di usarla ancora
compromettendo la sua vita
ed è una partita che un giorno
Diego ha intenzione di vincere
Poco tempo e lui debuttò
“Maradò, maradò”
la 12 fu quella che intonò
“Maradò maradò”
il suo sogno aveva una stella
piena di gol e dribbling
e tutto il pubblico cantò
“Maradò, Maradò”
nacque la mano di Dio
“Maradò, Maradò”
seminó allegria nel popolo
annaffió di gloria questa terra…”.